BORGHI

Elenco con foto e descrizione dei luoghi appartenenti al territorio

CEREGLIO

Sulle colline sopra Vergato, tra i 630 e i 750 metri di altitudine, racchiuso in una piccola conca tutta esposta a Sud e protetta dai venti del Nord da boschi verdeggianti, si distende pigramente Cereglio. Tra una curva e l’altra della strada, che un tempo non lontano ha ospitato i motociclisti del Campionato Italiano della montagna, si incontrano le frazioni denominate Suzzano, il Borghetto, Monzone, fino alla Cavara la famosa Cerelia. Molti infatti legano il nome di Cereglio a questa rinomata sorgente di acqua alcalina, senza sapere che non è l’unica. La mitezza del clima, la ricchezza delle acque e la bellezza dei paesaggi hanno affascinato i viaggiatori già in epoca romana, ma è dal 1117 che Cereglio viene citato ufficialmente negli Annali del Comune di Bologna. Molte sono le testimonianze artistiche come il piccolo affresco del 1300 raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, o la chiesa dedicata a San Biagio, (nominata nel XIV secolo e restaurata dopo la seconda guerra mondiale) che conserva una tela raffigurante la Madonna attribuita al pittore Alessandro Tiarini. Molte sono anche le attività sportive che si possono svolgere nel campo da calcio, da calcetto e da tennis del Centro Sportivo i Prà, come lungo i rinnovati sentieri delle Vie del Sole: percorsi tracciati e sicuri per podisti e bikers che si snodano ad anello a partire dal centro del paese, dove tornare per ricaricarsi con la buona cucina tradizionale.

TOLÈ

Tolè, delizioso paese dell’Appennino, disteso fra prati e boschi, con i suoi tre alberghi e i numerosi appartamenti per vacanze, offre tutte le attrattive e le comodità di un’accoglienza turistica ben organizzata. Il cuore del paese, con le sue 14 fontane artisticamente decorate, i vicoli e le pareti delle abitazioni abbelliti da affreschi e sculture, è un vero e proprio museo all’aperto. E per chi ama camminare non mancano percorsi alla scoperta di antichi casolari o storici mulini ancora funzionanti e passeggiate tra il verde dei boschi o immersi nel profumo dei campi di lavanda.

CASTEL D'AIANO

Dall’alto dei suoi 850 mt. di altitudine Castel d’Aiano, un caratteristico paese dell’Appennino bolognese, guarda, da un lato il versante della valle del Reno e dall’altro quello della valle del Panaro, arricchendosi di un suggestivo panorama sulla catena del Corno alle Scale e del Cimone. Il verde dei boschi, le case di montagna, in borghi o isolate, sono sicuramente il primo dato che giunge agli occhi del visitatore. Esercizi commerciali accoglienti, ben forniti e moderni; servizi di ospitalità e ristorazione di ottima qualità; spazi ed attrezzature per lo sport (un moderno centro sportivo con campi da calcio in erba ed in sintetico, una bella piscina di recente ristrutturata e resa ancora più accogliente per tutta la famiglia).

VILLA D'AIANO

Villa d’Aiano si trova in una soleggiata conca che affaccia sull’ampia vallata del Panaro. Vi sono tre campanili, che risalgono al XV e XVI secolo e sono stati di recente ristrutturati, così come l’oratorio databile attorno al 1639. Molto suggestivo nei dintorni di Villa d’Aiano è il Mulino di Gea, raggiungibile attraverso il Percorso Belvedere o seguendo il Rio Gea. E’ un antico mulino le cui mura diroccate sprigionano un magico fascino. A Villa scorrono tre torrenti nei quali è possibile praticare la pesca alla trota. La prima domenica dopo Ferragosto, tutta la località di Villa d’Aiano si mobilita per organizzare la festa del Patrono, con musica, balli, lotteria e fuochi d’artificio.

SASSOMOLARE

Attraverso una strada piuttosto ripida si raggiunge Sassomolare, arroccata su tre colli. Il campanile e la Chiesa sono nella piazza, il fulcro del paese, e sfoggiano il loro massimo splendore dopo il restauro. Il panorama domina le vallate circostanti fra Cimone e Corno alle Scale. Se amate la natura in tutte le diverse sfumature, provate a visitare questo piccolo centro e potrete apprezzare l’aria pura e balsamica. Potrete inoltre visitare la “Rocca” ciò che rimane di una delle torri di fortificazione del castello medioevale, oppure il borgo e le abitazioni dalle caratteristiche mura con sassi a vista. Una curiosità: il nome “Sassomolare” deriva da una cava, ormai scomparsa, la cui pietra era usata per costruire le macine da mulino.

ROCCA DI ROFFENO

Adagiato su un dolce pendio nell’alta valle del Vergatello, esposto a sud e circondato da montagne verdeggianti, il borgo di Rocca di Roffeno si caratterizza per la cordiale accoglienza degli abitanti, per la presenza di numerose costruzioni difensive medievali, per essere stato teatro di “The jump off” (l’ultimo balzo), cioè lo sfondamento delle difese tedesche sulla Linea Gotica ad opera degli Alleati, per la presenza di tracce di un villaggio preistorico databile intorno all’anno mille avanti Cristo, per alcune chiese con elementi di pregio, per una curata rete di sentieri da percorrere in trekking e in mtb e per un’offerta gastronomica varia e qualificata. Rocca di Roffeno è attraversata dai sentieri della PICCOLA CASSIA e della LINEA GOTICA. Qui soggiornò il pittore Giorgio Morandi tra il 1934 e il 1939 che realizzò numerose opere che ritraggono anche i luoghi della sua villeggiatura. È presente un centro sportivo con campi per calcetto, pallacanestro, pattinaggio, pallavolo. In estate la località si anima con numerose e qualificate iniziative culturali, sportive e gastronomiche. Fanno parte del territorio le borgate di Casigno, Santa Lucia e Serra Sarzana.

LABANTE

È un paese situato nella Valle dell'Aneva che mostra ancora le due belle chiese di santa Maria e san Cristoforo d'impianto seicentesco, comprese entrambe nella pieve di san Giovanni di Pitigliano. Nel medioevo Labante apparteneva ai signori di Roffeno che facevano parte della consorteria dei nobili del frignano, vassalli matildici. Nel secolo xiii il comune di bologna s'impossessò dei loro feudi e nel 1244 confiscò ad Azzo di Roffeno tuti i suoi beni e diritti. Fra gli edifici degni di nota ricordiamo la torre di ribecco che fu una struttura difensiva, probabilmente da ricondurre al castello medievale già documentato nel 1130, l'edificio centrale è databile alla fine del duecento; la seicentesca Cà di Mingoia con Balchio; la cosiddetta abbadia un edificio ormai distrutto che inglobava una torre e la chiesa di santo Stefano la terza parrocchiale medievale di Labante nonostante il nome non vi sorse mai un'abbazia e la denominazione deriva probabilmente da possessi di un altro monastero o dal fatto che il parroco di santo Stefano potrebbe aver ottenuto il titolo onorifico di abate.